I metodi di produzione tradizionali e le innovative soluzioni offerte oggi dall’impiego dell’additive manufacturing, benché differenti per passaggi e processi complessivi, trovano una similitudine nell’adozione di quella primissima fase di progettazione che prende il nome di Concept Design.
Il Concept Design delinea quel momento dell’intero processo produttivo caratterizzato dal maggior livello di creatività e libera espressività progettuale: è in questo momento infatti che tecnici e designer concepiscono, in accordo con il cliente, soluzioni visionarie ma che trovano oggi, grazie alla prototipazione rapida e alla stampa 3D, applicazioni futuribili ed effettivamente implementabili.
Le nuove tecnologie infatti consentono un nuovo dialogo tra creatività e funzionalità che scardina i limiti progettuali imposti dai metodi tradizionali e apre le porte ad una nuova artigianalità industriale, qualitativamente pregiata e altamente personalizzata.
Cos’è dunque il Concept Design e come funziona?
Ecco 5 tips che possono favorire il processo creativo ed evidenziare come proprio in questa fase possano nascere le soluzioni più innovative.
1. Andare oltre i limiti progettuali tradizionali
Che si tratti di bozze di render in computer grafica o di sketch fatti a mano su fogli di carta, come sovente accade anche nelle strutture più accreditate, la mente deve essere libera di ipotizzare nuove soluzioni senza imporsi le consuete limitazione “E’ troppo complesso!” o “E’ troppo costoso!”. La prototipazione rapida, grazie alla stampa 3D, consente oggi di bypassare tutte le criticità produttive legate ai metodi tradizionali in favore di una produzione rapida, snella e dai costi contenuti. In questo modo nuovi materiali, nuovi aspetti strutturali, funzionali e meccanici, nuove estetiche articolate e geometrie complesse non presenti in natura posso essere tenute in considerazione per un nuovo approccio di visualizzazione creativa definito “open design”.
2. Non essere affrettati
Nella fasi preliminari di concept design la mente deve essere libera di esplorare senza timore del confronto con gli altri. Sessioni di brainstorming collaborativi tra designer e ingegneri diventano dunque il fulcro del processo creativo. Occorre prendersi del tempo, proporre e scandagliare variabili, mescolare, filtrare e assecondare le diverse idee senza esclusioni aprioristiche e senza concentrarsi troppo presto sul singolo concept. Alcuni studi mostrano infatti che oltre il 60% dei progetti in lavorazione subirà almeno una modifica lungo il processo creativo, e che circa il 75% dei costi di sviluppo è da imputare alle scelte prese in questa fase, cioè la realizzazione di un concept su cui implementare la propria strategia. Voler raggiungere subito la soluzione finale è dunque controproducente e limitante per diversi aspetti. Più sono le idee, meglio è: il confine tra novità e innovazione è molto sottile!
3. Iniziare a visualizzare già alcuni dettagli preliminari
Avere una visone d’insieme preliminare è senza dubbio fondamentale per porre le basi di un buon percorso creativo. Ma il Concept Design non individua soltanto la parte “estetica” dell’oggetto: designer e ingegneri infatti cercano anche soluzioni funzionali legate allo scopo dell’oggetto, ai compiti che questo dovrà assolvere e al modo migliore in cui tali elementi possano essere conciliati in maniera risolutiva. In tal senso i primissimi render in computer grafica sono alleati fondamentali. Non siamo ancora nella fase di ingegnerizzazione del prodotto con l’elaborazione di modelli matematici attraverso software CAE (Computer Aided Engineering), ma già ora visualizzazioni prospettiche, anche ad alta risoluzione, che mostrino semplicemente le proporzioni oppure bozze preliminari che suggeriscano aspetti di post-processing possono stimolare nuovi approcci alla soluzione e favorire una nuova visione d’insieme che, seppur primitiva, evidenzi l’efficacia o meno del cammino finora intrapreso. Occorre ricordarsi che il Concept Design non è solo quello notoriamente applicato alle macchine sportive nel settore Automotive, nell’Arredamento o nel settore Moda: soluzioni in ambito di Automazione industriale, nel settore Medicale o ancora in quello Odontoiatrico necessitano del Concept Design come passaggio obbligato per ogni prodotto che meriti di esser sviluppato.
4. Rimanere fedeli al “design intent”
Comunicazione, dialogo, studio e ricerca sono dunque elementi imprescindibili nella fase di concept design. Trovare un espediente non basta: il risultato finale deve rispondere razionalmente alle esigenze del cliente e trovare applicazione in un mercato che ormai coniuga estetica e prestazione anche ad altissimi livelli. Le soluzioni dunque devono essere definitive, il che significa anche altamente personalizzate. Riuscire a comprendere i requisiti del prodotto finale è dunque estremamente importante già in questa fase, poiché saranno proprio tali requisiti a indirizzare le proposte creative e incanalarle verso una soluzione piuttosto che un’altra. Le idee dunque, per quanto libere e creative, devono realisticamente allacciarsi alle specifiche esigenze di business dell’oggetto in esame. Comprendere e infine tradurre graficamente la vision dettagliata del cliente è una sfida affascinante e unica nel suo genere.
5. Considerare anche nuovi approcci visivi: il valore aggiunto della Realtà Virtuale
Perché non fruttare le nuove tecnologie anche nella fase preliminare di concept design? Poter fornire una visione d’insieme al cliente che vada oltre la bidimensionalità di uno sketch o la percezione tridimensionale offerta da uno schermo significa mostrare un bagaglio di hard skills e soft skills che possono instillare maggior fiducia e rendere di fatto designer e ingegneri più competenti nel proprio settore. Fornire una visualizzazione attraverso realtà virtuale mostra non solo il bagaglio tecnico che ruota attorno al processo di ideazione e realizzazione con appositi programmi, ma mostra anche un bagaglio di abilità più soggettive legate alla comprensione e comunicazione delle esigenze del cliente, nonché una creatività e un gusto multiforme che porta con sé un valore aggiunto. Integrare poi la VR anche nelle fasi di ingegnerizzazione successive consentirà di definire sia l’aspetto dell’oggetto, sia le istruzioni per fabbricarlo, le modalità con cui renderlo operativo, i processi di funzionamento e persino le tecniche di riparazione in caso di guasto. Se una foto vale più di mille parole, quanto può valere sapere fin da subito come apparirà il proprio progetto nel mondo reale?